ARTEINFILO - Lana biellese
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Progetto “Valorizzazione lane autoctone biellesi”

Il progetto viene avviato nel 2005 dalla scuola “Time Art - Centro di Arti Applicate W. Kandinskij” di Biella e dall'artista biellese Ugo Nespolo, con la collaborazione dell'Agenzia “Lane d'Italia” e la nostra interpretazione tessile. Il punto di partenza era il proposito di valorizzare, con un lavoro tessile di ampio respiro, le lane autoctone, un tempo considerate preziosa materia prima per l'economia del biellese.

Traendo spunto dalla tavola di Nespolo “Scheda di interfaccia”, abbiamo realizzato un cartone ingrandito in misura reale e tessuto a “quattro mani” in doppia copia l'arazzo “Frammento di Scheda di interfaccia”, esposto al Museo del Territorio biellese durante la mostra “Sul filo della lana - mito e rito”, progetto “Tessere - arte”.

In seguito, dopo un attento studio e la produzione di varie campionature, la collaborazione con gli allievi dei corsi di tessitura e falegnameria della scuola ha permesso di realizzare alcune poltroncine.

Il progetto prosegue nel 2010 in collaborazione con la Coop. Arsalitartes di Camandona (Biella) e il Lanificio Piacenza che ha fornito il materiale.

Abbiamo dato la nostra interpretazione tessile del “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto; lo schizzo preparato dal maestro e il personale incontro con l'artista per illustrargli le tecniche di lavorazione prescelte e la preparazione del “cartone” in misura reale ci hanno consentito di comprendere al meglio l'opera e realizzare l'arazzo.

Sentire l'aria

Andrea ha 16 anni quando interrompe la scuola e sceglie di fare il pastore nomade nel Biellese. Lontano dai riti collettivi dell'adolescenza e dai rumori della società, ma sorretto da una famiglia moderna (il padre chirurgo e la madre insegnante) il ragazzo vede nella vita all'aria aperta e nel contatto con gli animali una chiave per capire l'esistenza, una via per diventare uomo. Sentire l'aria vuole essere un viaggio per immagini e suoni dentro al segreto che lega un ragazzo alla solitudine dei pascoli, alla ricerca di una nuova identità e di una possibile economia basata sulla lana.
Una troupe composta da Manuele Cecconello (regista), Andrea Taglier (fotografo) e Claudio Pidello (operatore), ha seguito Andrea e Niculin (il pastore anziano cui si è affiancato il ragazzo) nel corso di quasi due anni, lungo i vari spostamenti del gregge per documentarne la vita all'aria aperta.

Alla soglia dei 18 anni lascia per sempre il Niculin. Stacca il suo gregge e si incammina per strada da solo. Alla ricerca di una nuova economia. Punto cruciale della "economia minima" di Andrea è il destino della lana tosata. Un prodotto che, fino a ieri, era sostanzialmente inutile - la razza biellese di pecora non dà una lana di buona qualità e non viene più utilizzata in alcun modo - senza contare che la tosa comporta un prezzo per capo e può avere riflessi negativi sul piano ambientale perché sovente le lane tosate vengono abbandonate sul terreno. Oggi un progetto di recupero condotto dalla Camera di Commercio di Biella in collaborazione con l'agenzia "Lane d'Italia" e in parte sostenuto da un contributo della Regione Piemonte si occupa di invertire il destino di questa risorsa locale.”[...]
[...]“Le lane tosate si conferiscono ad un consorzio che provvede a lavare e filare la lana sucida; la materia prima è quindi trasformata in manufatti tessili densi di tradizione (capi di abbigliamento, feltri, tappeti...) in modo artigianale e in un contesto da bottega “neorinascimentale”.

Ed è qui che entriamo in gioco noi: all'interno del libro-documentario potete trovare alcuni spezzoni della nostra attività di insegnamento presso il Centro di Arti Applicate “W. Kandiskij” di Biella e di produzione presso la cooperativa “ArsAlitArtes” di Camandona (BI).

Per saperne di più e per acquistare il libro: www.sentirelaria.it

Trame in gioco

Il progetto di valorizzazione delle lane autoctone proposto dalla scuola “Time Art - Centro di Arti Applicate W. Kandinskij” di Biella, prosegue con la collezione “Trame in gioco”, presentata durante la manifestazione “Cheese” organizzata da Slow Food e tenutasi a Bra (CN) nell'autunno del 2007.

Design grafico e ricerca iconografica: arch. Michela Cavagna
Progetto Tessile: dott. arch. Marina Fornaro, Lidia Miotto
Realizzazione: Paola Castellazzi, dott. arch. Marina Fornaro, Lidia Miotto
Collaboratori: Centro di Arti Applicate "Time Art", Lanificio Piacenza

Scrive l'architetto Michela Cavagna...
La collezione nasce da una ricerca condotta sulla cultura materiale biellese – i giochi nelle incisioni rupestri e la figura della fotografa e regista di fine Ottocento Clementina Corte – e dal proposito di identificare un ambito di applicazione delle lane autoctone, preziosa materia prima per l’economia montana, oggi non valorizzata.
I prodotti della collezione si rivolgono ad un utente attento alla qualità basata su concetti quali: tracciabilità – l’uso di fibre autoctone biellesi; innovazione – il design come valido supporto per lo sviluppo sostenibile di un territorio, se entra a far parte di tutto il processo dall’inizio; valorizzazione culturale – la ricerca delle proprie specificità. La realizzazione dei manufatti è affidata ad artigiani e artisti di eccellenza cosicché ciò che per Slow Food è “buono, pulito e giusto”, può essere qui tradotto in: “bello, pulito e giusto”. Un importante significato di questo progetto è il suo essere tutto al femminile. Il legame fra la figura femminile ed il tessere è così ancestrale che diviene imprescindibile in questo rapporto quasi sentimentale.

 1. Runner (40x120 cm) bianco, tessuto da Lidia Miotto
 2. Runner (40x120 cm) grigio scuro, tessuto da Marina Fornaro
 3. Runner (40x120 cm) grigio chiaro, tessuto da Paola Castellazzi

Coppelle, vaschette, tavolieri, filetto, tria...

Una memoria indelebile, che oltrepassa il tempo, quale testimone del passaggio dell’uomo. Dal significato affascinante e misterioso, mistico e profano, queste incisioni su pietra diffuse in Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria, si ritrovano vicino ad edifici religiosi, nei borghi, sulle pietre di scalini, e soprattutto nei pressi degli alpeggi. Qui i pastori, obbligati a lunghi periodi di permanenza in luoghi isolati, per far scorrere il tempo, giocavano al gioco della pecora e del lupo, o dell’orso, o ancora al gioco del filetto. Queste incisioni su pietra sono un importante segno, simbolo, della nostra cultura materiale, e ricoprono un significato ancora più importante, quello dei momenti di aggregazione che stanno alla base di questi giochi.

 1. Tappeto “Filetto double-enceinte”, 80x120 cm; Colore: fondo grigio e filetto bianco, tinte naturali Design grafico, ricerca iconografica: Michela Cavagna Progetto tessile, realizzazione: Lidia Miotto
 2. Tappeto “Tavoliere”, 80x120 cm; Colore: fondo bianco e filetto grigio, tinte naturali Design grafico, ricerca iconografica: Michela Cavagna Progetto tessile, realizzazione: Marina Fornaro
 3. Cesto “tessuto in forma” Design grafico, ricerca iconografica: Michela Cavagna Progetto tessile, realizzazione: Marina Fornaro
 4. Marina mostra il pannello descrittivo

Clementina Corte, fotografa e regista (Pettinengo 1850 – 1935)

..anche le cose perdute devono pur esserci da qualche parte..

Cercando fra le suggestive lastre alla gelatina bromuro d’argento dalle quali sono stati stampati volti di donne, amiche, madri, figlie, vedove, amanti, si ritrovano brandelli di storia comune della nostra identità culturale. Qui ho trovato il drappo appoggiato sul tavolino in ferro che accoglie l’avambraccio del ritratto in seppia di signora. Girandole che danno rispettabilità ad una scena umile, placida, di chissà quale donna.

Tappeto “Clementina Corte”, 90x180 cm
Colore: bianco e grigio, tinte naturali
Design grafico, ricerca iconografica: Michela Cavagna
Progetto tessile, realizzazione: Paola Castellazzi

Rivisitazione di “Broadway Boogie Woogie” di Mondrian
Arazzo realizzato dalle allieve del corso di Tessitura della scuola Kandinskij
Lane autoctone Biellesi fornite dal lanificio Piacenza

La ricerca, coordinata dalla scuola Kandinskij ha coinvolto la Camera di Commercio di Biella, il lanificio Piacenza e l'Agenzia Lane d'Italia e si è collegata all’identità del territorio utilizzando una scala cromatica che identifica il luogo di riferimento (il verde delle foglie dei rododendri e i colori della fioritura, i colori dei tetti, dei sassi e della terra, il blu e l’oro del manto della statua della Madonna...).

Si è concretizzata in uno studio tessile progettato da Marina e Lidia e presentato in una serie di tessuti lavorati a mano su telai a pedali e borse in lana autoctona biellese.